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1 lug 2025

La regolamentazione dell’IA in Italia

Evoluzione e norme

Rendering 3D di robot con i libri

L’intelligenza artificiale è uno strumento che sta prendendo sempre più piede nella vita dei cittadini, contribuendo a risolvere sfide e questioni complicate per la società. Tuttavia, l’assenza di regole in materia potrebbe comportare l’effetto contrario, mettendo a rischio la sicurezza del cittadino. La legge sull’IA è stata il primo quadro giuridico in materia e ha aperto la strada a nuovi regolamenti.

Uno sguardo all’Europa

È passato più di un anno da quando, il 13 marzo 2024, il Parlamento Europeo ha approvato l’AI Act, di cui si discuteva da ormai tre primavere e che è il primo progetto di legge trasversale sul tema a livello mondiale. La decisione nasce dalla volontà di creare un quadro normativo armonizzato e proporzionato per tutta l’Unione Europea che sancisca uno sviluppo e un utilizzo sicuro dello strumento, in linea con i diritti fondamentali e i valori dell’UE. L’AI Act si propone di garantire l’eticità dell’IA per proteggere i diritti e gli interessi delle persone o delle organizzazioni interessate, anche attraverso un sistema di sanzioni in caso di violazione delle disposizioni previste. Le sanzioni vanno dalla diffida al pagamento di multe salate, che sfiorano i 35 milioni di euro. Il regolamento vale per i “fornitori” dei sistemi di intelligenza artificiale che immettono servizi IA nel mercato europeo e tutti gli “operatori” che li utilizzano nel territorio UE.

Bandiere UE

Una panoramica sull’IA in Italia

Nello scenario italiano, il mercato dell’IA ha subito un deciso incremento nel 2024, toccando la cifra di 1,2 miliardi di euro, complice l’impiego dello strumento nelle grandi aziende, tuttavia la penisola rimane al di sotto della media europea nell’adozione dell’IA nell’area imprese. I settori più attivi in questo senso sono la finanza, le telecomunicazioni e i media e la Pubblica Amministrazione.

Regolamentazione e strategie per l’IA

Con la finalità di allineare la legislazione nazionale alle disposizioni dell’AI Act europeo, l’Italia è stata il primo Paese a muoversi per stabilire regole di trasparenza, sicurezza e tutela dei diritti fondamentali nell’uso di questa tecnologia. L’iter di approvazione del DDL n. 1146/2024 è iniziato il 20 maggio 2024 e attualmente è in discussione alla Camera dei deputati.

Il disegno di legge ha previsto la creazione di enti per garantire trasparenza e promuovere una forma di innovazione responsabile. Tra questi, le Autorità Nazionali per l’Intelligenza Artificiale, l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), responsabile della promozione dell’innovazione e lo sviluppo dell’IA, e l’ACN (Agenzia per la Cybersicuezza Nazionale), che supervisiona le tecnologie IA.

Politici lavorano al DDL

Il DDL prevede, inoltre, l’investimento complessivo di 1 miliardo di euro per incentivare i progetti di IA, cybersecurity e quantum computing, al fine di stimolare il settore tecnologico italiano.

Nell’estate del 2024, inoltre, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l’AgID hanno pubblicato la “Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026”, che qualifica le aree di applicazione dell’intelligenza artificiale: ricerca scientifica, PA, imprese, formazione (di cui viene evidenziata l’importanza) e infrastrutture. Questo programma strategico sottolinea l’importanza di uno sviluppo responsabile dell’IA in Italia e un approccio etico e inclusivo. Il documento serve a tracciare una road-map per lo sviluppo e l’adozione dell’IA in vari ambiti, stabilisce la visione complessiva e guida le azioni politiche e legislative.

IA a scuola e al lavoro

La regolamentazione dell’IA in Italia ha posto l’accento su alcune tematiche importanti relativamente alla formazione e allo sviluppo professionale.

L’adozione dell’IA, infatti, passa attraverso la formazione universitaria e nelle scuole, sia per consolidare l’istruzione specialistica mediante percorsi di studio e dottorato specifici, sia per sensibilizzare il pubblico più giovane all’utilizzo consapevole di questo potente strumento tecnologico.

Tecnici qualificati analizzano le modalità di utilizzo del cognitive computing

Per quanto riguarda le imprese, invece, è fondamentale promuovere l’innovazione e la competitività, facilitando l’accesso a risorse, finanziamenti e infrastrutture per l’introduzione dell’AI anche nelle PMI italiane.

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