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5 giu 2025
L’impatto dell’economia circolare nelle PMI italiane
Tra sfide e opportunità

Con il termine “economia circolare” si intende il modello economico pensato per ridurre gli sprechi, ottimizzare l’uso delle risorse e prolungare il ciclo di vita dei prodotti, al fine di creare valore ambientale, economico e sociale. L’adozione di questo modello va verso l’innovazione, la generazione di nuove opportunità economiche e la promozione della sostenibilità a lungo termine.
Economia lineare VS economia circolare
Rispetto all’economia tradizionale, o lineare, che segue il sistema Produzione - Consumo - Smaltimento, l’economia circolare segue il modello Riduci - Riutilizza - Ricicla - Ripara - Ripensa, finalizzato a prolungare la vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e creare un sistema sostenibile. La differenza principale tra i due tipi di economia risiede nel modo in cui vengono usate le risorse e gestiti i prodotti lungo il ciclo di vita. Se la prima mira a massimizzare produzione e prodotto a breve termine, la seconda punta a creare valore nel lungo periodo. Per le aziende, la scelta dell’uno o dell’altro modello implica un cambiamento in termini di strategia, modello di business e definizione delle priorità.

Uno sguardo generale alle PMI
L’interesse per l’economia circolare e l’adozione di pratiche sostenibili nelle piccole e medie imprese italiane hanno visto una crescita, seppur lenta, negli ultimi anni. I dati del Circular Economy Report 2024, realizzato dal Politecnico di Milano, rivelano che, preso un campione di 550 PMI rappresentative del tessuto industriale italiano, solo il 42% avrebbe adottato almeno un’iniziativa di economia circolare. Al primo posto tra le pratiche messe in atto c’è l’uso di materiali riciclati, seguono la riduzione degli imballaggi e gli interventi per migliorare la durabilità e la riparabilità dei prodotti. Tali azioni, anche se contenute, hanno permesso una riduzione dei costi di produzione e costituito una spinta all’innovazione.
E nel settore digitale?
Nel campo del digital, le azioni più comuni puntano sul riciclo e l’utilizzo delle apparecchiature elettriche; sulla progettazione di prodotti aggiornabili e riparabili; l’implementazione di soluzioni a basso impatto energetico nelle infrastrutture IT. Anche le aziende che non producono beni fisici possono contribuire all’economia circolare. Come?
Offrendo il servizio di revamping del software, attraverso l’aggiornamento del sistema esistente su infrastrutture legacy;
Sviluppando software con struttura modulare, così da riutilizzare i codici e ridurre i tempi di sviluppo e installazione, con benefici di costo anche per il cliente;
Fornendo la manutenzione predittiva su software e impianti, riducendo i fermi macchina e le trasferte per assistenza tecnica in loco;
Rendendo possibile l’utilizzo del programma in modalità Saas (Software as a Service), così le licenze possono essere riutilizzate e il sistema riconfigurato, senza necessità di creare il software da zero.

Le aziende operanti nel settore dell’automazione industriale, grazie all’installazione di tecnologie e sistemi all’avanguardia per il controllo dei processi presso il cliente, permettono di monitorare gli scarti, il consumo e le efficienze in tempo reale, ottimizzando i processi attraverso un approccio data-driver waste reduction.
Cosa comporta il passaggio al modello circolare?
Oltre ai vantaggi in termini di reputation e ai benefici tangibili, come l’accesso a incentivi e finanziamenti, l’apertura a nuovi mercati e la riduzione dei costi a lungo termine, il passaggio all’economia circolare è un passo che ancora spaventa molte imprese. Innanzitutto il cambiamento richiede costi iniziali consistenti per nuove attrezzature e tecnologie e la formazione del personale; poi, il ripensamento dell’intera catena del valore, quindi la riprogettazione dei prodotti, pensati per durare più a lungo, e la riorganizzazione delle filiere; infine, l’educazione del consumatore e del mercato.
Nel settore tecnologico, dove l’innovazione è continua e la vendita di nuovi dispositivi è la principale fonte di guadagno, si innesca un conflitto tra sostenibilità e profitto immediato. Tuttavia, l’economia circolare offre vantaggi strategici, economici e reputazioni anche per le aziende tech, ad esempio: migliore efficienza a fronte di costi inferiori di materiali e logistica; entrate ricorrenti grazie alla fornitura di servizi come l’assistenza e la manutenzione; accesso a finanziamenti, incentivi e fondi; innovazione mirata e ingresso in nuovi mercati.

Per essere vantaggiosa nei fatti, dunque, l’adozione di un modello di economia circolare deve essere il risultato di una strategia chiara di innovazione e competitività, supportata dalla tecnica e la possibilità di accesso agli incentivi.